GHIACCIO a COGNE

Cogne è una delle mecche delle cascate di ghiaccio.Ci si può inoltrare nella VALNONTEY e, con due ore di cammino al massimo, si arriva alla base di qualsiasi cascata: il sole non arriva mai in tutto il giorno e le linee di salita sono decine. L’unico problema sono le valanghe dopo intense nevicate.Stesso discorso per la VALLEILLE che si raggiunge da Lillaz. Si possono salire anche due cascate in un giorno, una sulla destra e una sulla sinistra idrografica. Se si sta due giorni (come abbiamo fatto noi) ci si può anche stancare!

A Valleille abbiamo salito GELATI NO GRAZIE: primo tiro di roccia (6b) e poi esile  canalino ghiacciato di quinto (due tiri), calata in doppia. Nel tardo pomeriggio abbiamo salito il CANDELABRO DEL COYOTE (tre tiri di 4+, con calata in doppia). Doccia sul secondo tiro (al mattino la temperatura a Cogne era di +4°).

Il secondo giorno ci siamo inoltrati in Valnontey. Partiti alle 8:30, dopo due ore di cammino, nella zona dove si trova Flash Estivo, abbiamo salito GUSTO DI SCOZIA (III, 5+): una via di misto aperta nel 2007 e ripetuta solo quest’anno. Difficoltà di 5+ su ghiaccio e nei tiri di misto friend fino al numero 4 (presenza di qualche chiodo e qualche spit). Cinque tiri impegnativi con discesa in doppia. Varie cordate sulla via e molta gente su tutte le altre. Arrivo all’auto alle 17:00.

Di seguito, le scale per le difficoltà su cascate di ghiaccio:

Per le cascate di ghiaccio si utilizza la scala canadese, introdotta alla fine degli anni ottanta, la quale divide la difficoltà d’ambiente da quella tecnica.
Questa è composta da due numeri, il primo romano indicante la difficoltà globale (avvicinamento, pericoli oggettivi,…) e il secondo arabo che indica la difficoltà tecnica del tiro più difficile.
Possiamo avere vie comode e sicure (numero romano basso), ma tecnicamente difficili (numero arabo alto) e viceversa.

Difficoltà d’ambiente

  • I Breve cascata, facilmente raggiungibile con discesa senza problemi.
  • II Cascata con facile avvicinamento, una o più lunghezze e pochi pericoli oggettivi.
  • III Cascata di più tiri, possibile lungo avvicinamento e rischio di pericoli oggettivi.
  • IV Cascata di più tiri difficili in ambiente isolato, con difficile discesa e pericoli oggettivi.
  • V Lungo e complesso avvicinamento che richiede esperienza alpinistica, con molti pericoli oggettivi; discesa difficile e da attrezzare.
  • VI Lungo itinerario d’alta montagna, che richiede molta esperienza alpinistica; alti pericoli oggettivi e forte possibilità di bivacco.

Difficoltà tecnica

  • 1 Passaggi a 50°-60°, necessita comunque esperienza nell’uso di piccozza e ramponi; conoscenza delle tecniche di assicurazione.
  • 2 Passaggi a 60°-70°, il ghiaccio offre sempre buone possibilità di assicurazione.
  • 3 Passaggi a 70°-80°, solitamente su buon ghiaccio; tratti verticali di massimo 5-6 metri alternati a tratti appoggiati ove situare le soste.
  • 4 Passaggi a 75°-85°, con tratti verticali di massimo 10-12 metri. Solitamente possibilità di buone soste.
  • 5 Lunghezza che necessita di grande esperienza e tecnica, anche per la qualità del ghiaccio (meduse e cavolfiori). Tratti verticali anche di 20-25 metri.
  • 6 Uno o più tiri impegnativi, tratti verticali di oltre 30 metri con ghiaccio fragile e delicato.

Difficoltà Dry-Tooling
Queste salite presentano la sezione di ghiaccio collegato da tratti rocciosi, da affrontare sempre con piccozze e ramponi. La difficoltà si indica con la lettera M seguita da una cifra in numero arabo.
Gli ideatori pensavano che le loro salite affrontassero il massimo grado di ghiaccio e quindi hanno segnato la pertenza da M7, ma oggi si trovano anche salite fino a M4. I valori massimi si attestano su M12/M13 e le vie in Dry-Tooling sono solitamente protette su roccia; in questa disciplina generalmente, la porzione di roccia e predominante su quella di ghiaccio.

Pubblicato in Scalate.